Passaggi condivisi: anche in Italia si diffonde il sistema più economico per spostarsi. Ecco come funziona
La benzina alle stelle fa decollare l’autostop organizzato. Sembra questa la nuova frontiera dei rimedi salva-portafoglio nati in questi tempi di crisi e di caro-carburante.
La formula è molto semplice. Dovete andare da Roma a Milano, sabato prossimo, e volete spendere il meno possibile? Una mano arriva da «Gian Luca G» che, sul portale dell’autostop 2.0, mette a disposizione un posto sulla sua auto.
Partenza alle cinque del pomeriggio. Il costo? Si ferma a un contributo spese di 30 euro, da pagare al conducente al momento dell’arrivo. Per confermare basta un clic e il risparmio è assicurato. Fanno 70 euro in meno rispetto al prezzo del biglietto del treno.
Quello di «Gian Luca G» è soltanto uno dei tanti annunci presenti sui siti di condivisione di strappi in auto che in queste ultime settimane stanno diventando il punto di riferimento per tanti vacanzieri (e non) in cerca di un po’ di ossigeno per le proprie tasche. Sono infatti sempre di più gli italiani disposti a questa pratica.
Lo dimostrano i numeri delle leader di questo giovane settore. BlaBlaCar.it e Carpooling.it, i due network italiani con il maggior numero di utenti, in questi ultimi mesi hanno registrato un vero e proprio boom di passaggi condivisi tanto da triplicare il numero di viaggi in sharing.
Carpooling.it, la società che fa parte del network europeo Carpooling.com (3,9 milioni di utenti registrati in tutto il continente) ha messo a segno una crescita del 250%, mentre per BlaBlaCar.it, il portale che fa parte dell’omonimo network internazionale BlaBlaCar (oltre 2 milioni di utenti), l’aumento è stato del 300%.
«La crescita è continua. Da quando siamo arrivati sulla Rete, il numero di utenti è aumentato con costanza. Negli ultimi mesi però abbiamo visto un vero boom con offerte e richieste triplicate nello spazio di poche settimane», racconta Olivier Bremer, 28enne country manager di BlaBlaCar.it e co-fondatore, nel 2006, del portale Postoinauto.it, primo servizio di carpooling in Italia, acquisito in primavera dai francesi di BlaBlaCar.
Una spinta alla crescita è arrivata senz’altro dalla fiammata della benzina, ormai intorno a i 2 euro al litro. Ma a favorire il fenomeno è anche la semplicità della ricetta. In pratica chi ha un viaggio in programma e ha posti liberi in auto può pubblicare, con qualche giorno di anticipo, la sua offerta sui siti specializzati. Il vantaggio è per tutti: l’autista risparmia sulle spese del viaggio, i passeggeri risparmiano sugli altri mezzi di trasporto, e tutti viaggiano in compagnia e contribuiscono alla riduzione delle emissioni e del traffico sulle strade. Sia autisti che passeggeri sono poi invitati a lasciare un feedback della loro esperienza, in modo da essere utili ad altri utenti e da offrire anche la massima garanzia di sicurezza.
Il risparmio? Dipende dal numero di partecipanti, ma non è azzardato ipotizzare un 60-70%, con punte del 75% sul prezzo pieno nel caso - ideale - in cui si riesce a riempire l’auto con tre viaggiatori. E i posti in auto possono diventare una vera risorsa. Fatti due conti, chi fa carpooling può risparmiare mille euro l’anno.
Iscriversi ai siti che offrono questo servizio è totalmente gratuito. Non ci sono costi né commissioni. In più è possibile restare aggiornati attraverso le «app» dedicate, le applicazioni per i moderni smartphone. Ma quali sono le mete più richieste? Durante l’anno, racconta Bremer, «la tratta che registra un maggior numero di offerte è quella tra Roma e Milano. Nel periodo dell’estate, invece, quelle con più offerte sono le tratte tra la Lombardia e l’Italia del Sud. Richieste sono le mete balneari del versante adriatico ma anche la Campania, la Sicilia e la Calabria».
Un trend, questo, che trova conferma anche nei dati di Carpooling.it. E tra le proposte ci sono anche i viaggi verso l’estero. Fuori dai confini italiani, e soprattutto nei Paesi del Nord Europa, l’autostop organizzato è molto diffuso, e da tempo. Presto potrebbe diventare un’abitudine anche in Italia. Parola di Bremer: «Chi prova questo tipo di servizio, poi, tendenzialmente lo rifà».