La Stampa - Metrò e autobus rilanciati dal caro-auto, passeggeri a +30%

Utenti in crescita nonostante
il biglietto a 1,50 euro

E’ un boom. Ottenuto miscelando il caro-sosta e il caro-benzina. E’ bastato agitare per qualche settimana e si è ottenuto un parco passeggeri di bus e tram lievitato del trenta per cento. Se da un lato l’ad di Gtt Roberto Barbieri si rammarica della parziale messa a riposo dei parcometri nella zona centrale, dall’altra è ben felice che (nonostante anche il prezzo del biglietto del pullman sia salito a 1,50) i torinesi abbiano riscoperto il fascino dei mezzi pubblici: arrivi prima, spendi meno e soprattutto non devi cercare e pagare il parcheggio. «Il caro carburante incide non poco anche sul nostro traffico - ha spiegato ieri ai margini di un convegno sulle multiutility - ma presto, purtroppo, causa tagli imposti dalla Regione, saremo costretti a sforbiciare milioni di chilometri, e quella è davvero una sfida: mantenere alto il livello del servizio pur vedendosi i budget al minimo storico».


La linea Star
Prendiamo però l’esempio delle linee elettriche Star, le navette che piacciono tanto alle signore al punto che lo slogan ormai circola in centro: «Toglieteci tutto ma non la nostra Star». Eccolo il futuro dei mezzi pubblici che si avventurano in centro: piccoli, elettrici, snelli, e soprattutto frequenti. Insomma, quello è il modello vincente, secondo un sacco di utenti (soprattutto donne, va detto) che magari escono alle 10 del mattino per andare a fare shopping dentro alla vietatissima Ztl. Già ma i soldi? Quelli, proprio sembrano non esserci. Nel gennaio scorso l’ad Barbieri non le mandò certo a dire: «Avanti così e non potrò più mettere i bus. Il taglio secco delle risorse su questo fronte è un disastro - precisò all’epoca -. A maggior ragione, in un periodo caratterizzato dall’aumento dei passeggeri».

Il modello europeo
Una dinamica, due spiegazioni: i contraccolpi della crisi sui portafogli della gente, ma anche un modello di comportamento in linea con quelli europei. «Entro una certa misura i tagli possono starci, ma vanno programmati e vincolati a obiettivi precisi - aveva aggiunto Barbieri -. Allo stesso modo, bisogna tener conto delle circostanze: dopo che il governo ha ripristinato il fondo nazionale per il tpl, altre Regioni stanno rivedendo le riduzioni di fondi propri».

Sono passati due mesi e la situazione non è per nulla cambiata. «E non possiamo certo pensare di ritoccare ancora tariffe che saranno da considerare ormai massime per un bel po’ di tempo».

Intanto i passeggeri aumentano - e in modo costante - e si affezionano al tram così tanto da chiedere a Gtt che ripristini il più possibile anche i modelli e le linee storiche: «Milano non ha mai buttato via un tram, speriamo che Torino continui a tirarne fuori uno al mese come sta facendo».

Sono belli, colorati, rumorosi come solo una volta riuscivano a essere i tram (era un clangore festoso) e piacciono tanto anche ai bambini che un regolamento saggio ha voluto che non pagassero sino all’età di 12 anni.